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La Castiglia in età repubblicana

Dopo la guerra il carcere subisce per primo la vita precaria nell'Italia uscita dal secondo conflitto mondiale

Ordini di carcerazione e permessi di colloquio a Saluzzo nel 1946 scritti su carta riciclata con le schede del referendum Monarchia-Repubblica

IL PERIODO DELL’IMMEDIATO DOPOGUERRA

Segni dei bombardamenti al carcere Le Nuove di Torino (Archivio storico Città di Torino)

Segni dei bombardamenti al carcere Le Nuove di Torino (Archivio storico Città di Torino)

Dopo il crollo del regime fascista e la fine della seconda guerra mondiale, la situazione del sistema giudiziario e penitenziario è molto precaria.

In un’Italia uscita stremata dal conflitto bellico, le carceri vivono una condizione difficile dovuta alle ristrettezze economiche e alla ristrutturazione dell’amministrazione penitenziaria.

Quel rancio color del fango, non più che fango pel fango della nostra sorte! Quel rancio che presenta, alla vista atterrita, le stesse scannellature dell’abito rigato dei galeotti! Quella broda che ci scodellavano, in un reclusorio veneziano, condita di patate “con la buccia”; e in un penitenziario torinese, di piselli crudi che dovevano sputare come fossero sassi! Quella minestra di cui non volevano saperne nemmeno gli animali! Per un intero mese di prigionia, infatti, non mi riuscì di scoprire in essa neppure una mosca. O un millepiedi. (…) La prima volta che vi trovai una mosca, ricordo, gettai via con la mosca anche il rancio in cui galleggiava. La seconda volta, mangiai il rancio sacrificando la mosca. La terza, mangiai la mosca insieme al rancio”.
(M. Ramperti, 15 mesi al fresco, 1960)

info@museodellamemoriacarceraria.it

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