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La sedia della tortura

La sedia inquisitoria

Sedia inquisitoriaL’utilizzo delle sedie cosiddette “inquisitorie” è storicamente collocabile a partire dagli inizi del 1500 e nel corso degli anni ne sono state rinvenute o ricostruite diverse varianti, ma tutte associate da una caratteristica comune, ovvero la presenza di puntali in ferro sulla seduta, i braccioli, lo schienale e, talvolta, sulle assi previste per l’appoggio di gambe e piedi.

Il termine “inquisitoria” è in realtà comunemente equivocato e necessita di un chiarimento, giacché la sedia non deriva il proprio nome, come comunemente ritenuto, dal presunto utilizzo durante il periodo più duro dell’Inquisizione, ma dal fatto che trovava applicazione durante gli interrogatori (inquisire, dal latino inquisÍtus, participio passato del verbo inquÍrere, composizione della particella in e del verbo quærere, cercare, cercare entro e quindi cercare con diligenza, investigare) connessi con giudizi non esclusivamente di carattere religioso e non esclusivamente legati all’Inquisizione cattolica.

Infatti, il concepimento iniziale è di natura chiaramente germanica, sia per la peculiarità dei materiali utilizzati in numerosi reperti, in ispecie i legnami di provenienza inequivocabilmente mittel-europea, che per quella della forgia del ferro appartenente alle tradizioni nordiche piuttosto che a quelle del Sud Europa. In effetti è quasi certa l’applicazione nei giudizi dell’Inquisizione, oltre che nei comuni processi, ma prevalentemente in quella protestante e, in ogni caso, l’impiego principale non era quello dell’inflizione del castigo vero e proprio per chi fosse stato ritenuto colpevole di un crimine temporale o spirituale, quanto quello dell’estorsione della confessione, evidentemente assai poco spontanea, nella fase istruttoria e persino durante quella dibattimentale.

Le sedie sarebbero state utilizzate in Germania e Francia sino alla metà del diciannovesimo secolo, mentre in Spagna ed Italia ne è cessata la costruzione e l’uso verso la fine del 1700. Le differenze tra i vari esemplari di sedia consistono nel numero assai variabile di punte e nella loro tipologia, che può essere quella di semplici chiodi oppure, nelle versioni più elaborate, di aculei a sagoma conica, piramidale o a tronco di piramide, negli orpelli per immobilizzare l’interrogato, quali manette, cinghie di pelle e barre di contenzione, nella forma dello schienale che può essere rettangolare od arcuata, nella seduta, più o meno sottile e che poteva essere limitata ad una sola trave molto stretta, e nella presenza o meno di appoggi per le gambe e per i piedi. Esistono inoltre disegni di modelli con seduta in ferro, o parzialmente rivestita di tale materiale, per poter utilizzare un braciere da collocare al di sotto della sedia stessa per sottoporre l’interrogato ad un ulteriore supplizio.

Oltre a ciò, tenendo conto che soprattutto in Nord Europa i tribunali avevano sovente natura transumante, alcuni modelli avevano la caratteristica della trasportabilità grazie alla possibilità di smontare e riassemblare lo strumento con relativa facilità.

La sedia presente in questa cella è una replica dell’originale appartenente alla collezione “Targa” di Firenze.

info@museodellamemoriacarceraria.it

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