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Con la Fondazione Maimeri l’arte entra a San Vittore per aprire alla città

Fondazione Maimeri all'opera per rendere il carcere milanese di San Vittore un luogo di confronto culturale tra detenuti e cittadini

Il progetto è illustrato dal comunicato della fondazione stessa: “Il carcere San Vittore, di grande pregio architettonico, situato nel centro di Milano rappresenta un riferimento non solo topografico nell’immaginario di tutti i cittadini. È  il carcere, della città,  un luogo della memoria, di storia,di presente. Un luogo di cui tanti chiedono la chiusura ma che esiste al centro della città,  che difficilmente sarà dismesso e che esercita su tutti, una incredibile forza attrattiva.

Un luogo pieno di fascino, in grado di trasmettere messaggi per ilsemplice fatto di esserci, al centro della città, con i suoi limiti e le sue incredibili potenzialità. Un luogo, simbolo della legalità, che ospita prevalentemente  persone inattesa di giudizio e che sta rielaborando un progetto di medio-lungo periodo  che gli restituisca  la centralità,  anche nel contesto penitenziario cittadino, restituendo lo alla città,  ai milanesi che da sempre lo ospitano che non sempre lo conoscono per quello che realmente è.

Un luogo ove oggi si incontrano tutte le culture del mondo,  un modello di integrazione possibile che va favorita, accompagnata, supportata, pubblicizzata;  che si intende riaprire alla città perché tutti possano comprenderne il significato ed il ruolo, come “risorsa”,  in grado non solo di integrarsi con il contesto metropolitano, ma di “supportarlo”, promuoverlo,  stimolare.

Un luogo che con l’aiuto dell’arte,  della cultura, del lavoro, dellascuola e della formazione,  delle intelligenze milanesi,  delleistituzioni ed delle forze sociali della città,  possa costruire unacultura del bello, del rispetto,  di eccellenza ed aiutare le persone chequel contesto vivono ad un approccio diverso a se stesso, all’altro, alleregole, alle istituzioni; ed al tempo stesso ad avvicinare  la gente alcarcere,  valorizzare l’importanza e la complessità dei percorsi direcupero, il lavoro difficile degli operatori, l’importanza del ruolo delcontesto cittadino, le necessità di una integrazione che parta proprio dalluogo più difficile della città.Un luogo ove la gente possa entrare  come in un qualunque quartiere ogiardino della città per fare  cose che potrebbe fare in qualunquequartiere o giardino della città ma che ha il valore aggiunto del luogo,delle mura, delle sbarre, dei cancelli, dei vincoli, delle conseguenzedegli errori e di scelte sbagliate.  Un luogo che, tutti insieme si possamigliorare, nella struttura, nella percezione dei singoli e della città,ove le persone abbiano occasioni concrete di cambiamento,  di educazione,di cambiamento,  di scelta, di valorizzazione. Protagonisti!

Insieme alle istituzioni, con il grande contributo della  FondazioneMaimeri che ha sposato con entusiasmo il progetto,  coinvolgendo personalità della società civile stiamo creando un gruppo di lavoro che favorisca la realizzazione del progetto  ed organizzando eventi in grado di creare una permeabilità   tra il carcere e la città, rendere fruibili alla vita dinanzi  alcune specifiche aree della struttura, in modo serio,sobrio, sicuro, attento alle vittime ed alla restituzione sociale,   in linea con il ruolo istituzionale che la caratterizza e che la gente e le istituzioni si aspettano e le chiedono.

Corsi di formazione, mostre d’arte,  eventi culturali,  concerti,eventi sportivi, incontri tra  detenuti e cittadini cui i primi possano raccontare la propria esperienza,  il significato del carcere,confrontarsi  e mettersi alla prova, accompagnati dagli aperitivi realizzati di detenuti della “libera scuola di cucina San Vittore – AEI”insignita dal Presidente della Repubblica per il suo grande valore formativo, culturale e l’alta qualità dei suoi prodotti”.

Queste le iniziative in programma:

– educazione alla arte attraverso la realizzazione di opere d’arteall’interno del carcere create da importanti artisti con il supporto deidetenuti

– realizzazione di opere d’arte di grande formato che trasformeranno illato interno delle mura in una sporta di galleria a cielo aperto

– creazione di una galleria di arte contemporanea aperta ai cittadini.

– organizzazione di conferenze, seminari ed eventi per sensibilizzare epromuovere il progetto.

“Tutti questi interventi e queste iniziative – prosegue la nota – vedranno il coinvolgimentooperoso dei detenuti che , oltre a svolgere una attività , effettuerannoun percorso di avvicinamento a  contenuti  di valore umano e sociale.

Hanno già dato adesione numerosi artisti , musicisti e personalità delmondo della cultura e dello spettacolo.Tra questi: max papeschi, domenico pellegrino, ali houssoun, stefano pizzi, simone fugazzotto, marco lodola, alessandro gedda, maurizio temporin, alfredo rapetti mogol, omar hassan, tom porta, save the wall, massimiliano allioto, marco nereo rotelli, mario arlati, rudy van der velte, vonjako, beat kuert

Prenotazione obbligatoria alla mail: silviainfinito4@gmail.com

Fonte: Affaritaliani

biografi@museodellamemoriacarceraria.it

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