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eVisioni eNarrazioni 2018. Letteratura e detenzione politica

Venerdì 11 maggio, ore 10-13, Campus Luigi Einaudi, Torino - eVisioni eNarrazioni 2018. Letteratura e detenzione politica

Eduardo Galeano coniò la parola democratura effettuando una crasi tra i termini di democrazia
e dittatura per descrivere la convivenza di elementi democratici e autoritari all’interno di un
modello in cui l’esistenza formale della democrazia viene alterata da elementi di autoritarismo
istituzionale. In questi regimi politici la detenzione dei dissidenti ricorda l’antica relegazione
ottocentesca. Si finisce in prigione per le proprie idee politiche e l’unica funzione della
carcerazione è quella di neutralizzare il recluso, di distruggere la sua personalità percepita
come pericolosa per l’ordine costituito. Il libro che presentiamo in questa seconda edizione di
eVisioni-eNarrazioni è stato scritto nelle carceri di uno Stato che purtroppo, pur collocandosi
non solo geograficamente alle porte dell’Europa, negli ultimi anni sembra scivolare verso il
modello delle democrature: la Turchia di Recep Tayyip Erdogan. Tra le molte vittime delle manie
persecutorie del presidente-sultano, Selahattin Demirtaş, definito l’Obama turco per il suo
impegno per la giustizia sociale, avvocato curdo nel campo dei diritti umani finito in carcere
nel novembre 2016 a seguito delle retate seguite al “fallito golpe” dopo il quale la Turchia è
entrata in uno stato di emergenza democratica che persiste tuttora. Demirtaş, ancora oggi
recluso con accuse che potrebbero condurlo all’ergastolo, ha trovato il modo nel chiuso
della sua cella di evocare attraverso lo strumento narrativo del racconto breve la tragedia
collettiva del popolo curdo e delle sue donne, superando la censura del regime e facendo del
suo libro un caso letterario. Uno stile molto vicino al termine enarrazioni, dal latino enarratio,
che allude al racconto minuto e dettagliato, tipico dell’enumerare piccoli episodi nella loro
banale quotidianità che contraddistingue il lento scorrere del tempo della persona reclusa. E
proprio ad un gruppo di persone in questa condizione è stato assegnato il compito, attraverso
un laboratorio di lettura che ha interessato il Polo Universitario della Casa Circondariale
Lorusso Cutugno di Torino e la Casa di Reclusione di Milano-Opera, di commentare il libro.
Legato alla presentazione del libro la premiazione della terza edizione del concorso letterario
“Adotta l’orso”, per uscire dall’autoreclusione, intesa come il chiudersi in se stessi in qualsiasi
ambiente ci si trovi a vivere. Il titolo del Concorso è nato tra i partecipanti di Leggere Libera-
Mente del carcere di Opera, giocando sulla metafora dell’orso, che notoriamente è un tipo
isolato e solitario. Il Concorso aspira a trattare con serietà questo argomento e spera di
spingere più persone possibili a uscire dalla propria tana e raccontare in forma creativa, con
scritti sia in prosa che in poesia, dipinti o fotografie il tema dell’Auto-Reclusione. Scopriamo
così che essa non è esclusiva di quei giovani che si chiudono in camera con internet, che può
assumere tante forme e che può verificarsi anche in carcere, in quanto a volte sembra l’unico
modo di reagire ad un trauma, l’unico messaggio muto possibile per dar voce ad un disagio.
Claudio Sarzotti

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Venerdì 11 maggio, ore 10-13
Campus Luigi Einaudi | Aula E4
Lungo Dora Siena 100/A – Torino

 

Alba
di Selahattin Demirtaş

Introducono:
Claudio Sarzotti, Dipartimento di Giurisprudenza Università di Torino
Barbara Rossi, psicoterapeuta, responsabile del progetto Leggere Libera-Mente
della Casa di Reclusione di Milano-Opera
Interventi dei laboratori di lettura della Casa di Reclusione di Milano-Opera e del
Polo Universitario della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino

Intervengono:
Marta Ottaviani, giornalista de La Stampa
Renzo Magosso, giornalista, direttore del periodico In corso d’Opera
Chiara Maritato, Dipartimento di Culture, Politica e Società, Università di Torino
Erica Bastasin, Amnesty International

Premiazione del concorso letterario Adotta l’orso
a cura di Georgia Zara, già Presidente del Corso di Laurea magistrale
interdipartimentale di Psicologia criminologica e forense dell’Università di
Torino

Partecipano: Gentian Ndoja, Pietro Citterio, Erjugen Meta, Calogero Consales,
Albert Borsalino, Domenico Iamundo, Nazareno Caporali

Allegati

biografi@museodellamemoriacarceraria.it

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