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Il pre-rapporto 2016 dell’Associazione Antigone

Per il diciottesimo anno consecutivo, grazie alle autorizzazioni concesse dal Ministero della Giustizia, 80 osservatori indipendenti dell’associazione Antigone hanno avuto la possibilità di visitare gli istituti penitenziari italiani, raccogliendo dati, numeri e notizie riguardo il

Per il diciottesimo anno consecutivo, grazie alle autorizzazioni concesse dal Ministero della Giustizia, 80 osservatori indipendenti dell’associazione Antigone hanno avuto la possibilità di visitare gli istituti penitenziari italiani, raccogliendo dati, numeri e notizie riguardo il clima detentivo. Nei primi sei mesi di attività sono state svolte oltre 50 visite, rilevando condizioni generalmente migliorate in molte regioni italiane rispetto agli anni passati. Restano alcune criticità che continueremo a monitorare. A seguire alcuni esempi.

Le schede complete relative a ogni istituto sono pubblicate sul sito di Antigone

Alcune delle visite effettuate da Antigone:

22 Luglio 2016 – Casa Circondariale di Ferrara L’istituto ha recentemente attraversato dei momenti di forte conflittualità interna culminati con uno “sciopero della mensa” degli agenti e con una presa di posizione dei sindacati per la rimozione della comandante, in carica da meno di un anno. Rimozione poi puntualmente avvenuta. Si tratta di un precedente allarmante, considerando che i motivi esplicitati, anche a mezzo stampa, del conflitto sono legati a orientamenti diversi sull’uso della forza e la sicurezza del personale nei confronti dei detenuti. Altro elemento da segnalare è la tendenza a convogliare verso l’istituto di Ferrara una popolazione non solo sempre più povera e marginale, ma gravata da serie patologie fisiche e psichiche.
19 luglio 2016 – Casa di reclusione di Castelfranco Emilia Il carcere ha una doppia anima: casa di lavoro per internati e casa di reclusione a custodia attenuata per detenuti tossicodipendenti. I 62 internati e i 10 detenuti presenti sono collocati in modo promiscuo per evitare il sovraffollamento al piano destinato agli internati. Il progetto di lavanderia industriale (che aveva numerose commesse da vari istituti della Regione) è fermo da oltre due anni a causa di un guasto alla caldaia: tutte le attività sono completamente bloccate, i macchinari giacciono inutilizzati e la struttura che li ospita risulta gravemente infiltrata (i muri interni e il soffitto sono pesantemente deteriorati).
13 luglio 2016 – Casa Circondariale di Verbania Abbiamo riscontrato diverse problematiche per quanto riguarda le attività in comune per i divieti di incontro. Sono infatti presenti tre circuiti incompatibili (detenuti comuni, ex appartenenti delle forze dell’ordine ed omosessuali) e quindi i detenuti incontrano molti limiti per accedere all’aria, dovendoci andare in momenti alternati perché non ci sono spazi sufficienti.
7 luglio 2016 – Casa Circondariale di Frosinone Le condizioni igienico sanitarie sono scarse anche a causa della mancanza di acqua. In alcune sezioni si lamenta la presenza di topi ed insetti. Al momento della visita, secondo le informazioni fornite dal personale erano in atto 15 manifestazioni di protesta: rifiuto delle terapie, sciopero della fame, ecc.. e gli atti di autolesionismo sono all’ordine del giorno.
9 giugno 2016 – Casa circondariale di Sondrio I detenuti presenti erano 40 a fronte di una capienza regolamentare di 29 posti, e ben il 70% erano stranieri. Le attività per i detenuti – anche a causa della mancanza di fondi – sono poche. Tuttavia alcune proposte da parte di gruppi di volontari sono arrivate e alcune attività potrebbero essere inaugurate in futuro.
23 giugno 2016 – Casa Circondariale di Arezzo Va segnalato il grave problema dei lavori di ristrutturazione, bloccati a seguito di un problema della ditta appaltatrice. Si attende il nuovo bando, ma la situazione è ormai ferma da molti anni. In particolare, la quasi totalità dell’istituto è inagibile, per cui i pochissimi detenuti presenti risentono della ristrettezza degli spazi.
30 maggio 2016 – Casa circondariale di Bologna Le nostre osservatrici, sono state in visita alla casa circondariale di Bologna dove sono ristretti 769 detenuti, di cui 63 donne. Si segnala come particolarmente problematica la presenza di soli 6 educatori a fronte dei 12 educatori previsti in organico. Si rileva, inoltre, nella sezione femminile la presenza di una “articolazione per la tutela della salute mentale” attivata nel 2015, che al momento accoglie 3 detenute che devono scontare pene detentive molto lunghe. Le criticità sono lampanti: le tre donne hanno a disposizione solo 2 celle e un esiguo spazio dove non è possibile svolgere alcuna attività trattamentale (che peraltro non è neppure prevista), nessun budget è stato stanziato per la gestione di questa articolazione sanitaria e non è prevista l’assegnazione di personale ad hoc. 4 aprile 2016 – Casa di Reclusione di Augusta Vi è una forte contraddizione tra la gestione decisamente aperta e dinamica del Direttore e di tutto lo staff e la fatiscenza di molte parti della struttura che presenta condizioni inammissibili a causa di carenze di tipo impiantistico (imp. elettrico e idrico) e di impermeabilizzazione degli ambienti. Su tutti la carenza d’acqua, che nei mesi estivi costringe ad un’erogazione molto razionata (anche sole 3 ore al giorno), e che determina una potabilità dell’acqua molto dubbia.

 

 

Fonte: Associazione Antigone

Allegati

sergiosegio@dirittiglobali.it

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