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A Roma tre giorni di Festival dedicato ai diritti delle persone recluse

A Roma, tra la Sapienza e San Lorenzo, dal 26 al 28 maggio, tre giorni di eventi dedicati al carcere e ai diritti delle persone recluse

La settima edizione del Festival di storia del Nuovo Cinema Palazzo parla di carcere, ricucendo i fili “fra la storia dell’istituzione carceraria e le storie della popolazione reclusa”.

Se le precedenti edizioni avevano privilegiato il metodo storiografico per raccontare esperienze di ribellione più o meno lontane (dalla Comune Di Parigi alle lotte degli anni ’70 fino alle giornate di Genova 2001, oggetto dello scorso festival in occasione del quindicennale) quest’anno sembra prevalere un approccio più concreto: “la costruzione delle tre giornate darà spazio alle voci dei reclusi, dei loro familiari e di chi all’interno delle carceri appronta gli  strumenti terapeutici e pedagogici, il teatro su tutti, che si pongono come potenziale agente di cambiamento”. Il festival è infatti organizzato in collaborazione con l’Associazione Antigone e con i progetti teatrali Fort Apache Cinema Teatro e Le donne del Muro Alto (compagnie formate da detenuti, ex detenuti e detenuti in misura alternativa attive da anni negli istituti penitenziari di Roma); dibattiti e tavole rotonde vedranno la partecipazione di giuristi, operatori sociali e testimoni diretti della brutalità del sistema penitenziario.

Da venerdì 26 a domenica 28 maggio, tra il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Sapienza e il Nuovo Cinema Palazzo (piazza dei Sanniti), il programma ruota intorno a “tre tematiche cardinali: il diritto all’affettività, le necessità e le richieste della popolazione carceraria femminile e minorile, le legislazioni emergenziali (dalla legge Reale alla Minniti-Orlando)”. Tre giorni di incontri, proiezioni, spettacoli teatrali, letture e concerti durante i quali “i caratteri secolari del mondo penitenziario – l’emarginazione e l’impermeabilità verso l’esterno, la violenza tra custodi e custoditi, l’eterna contraddizione tra le finalità dichiarate di recupero sociale e quelle attuate mediante prassi carcerarie difficilmente riformabili – saranno nel corso del Festival esplorate a partire dal filo conduttore dei diritti”.

Tutte le proiezioni – L’ora d’Amore di Andrea Appetito e Christian Carmosino, il docufilm Ombre della sera di Valentina Esposito e il pluripremiato Fiore di Claudio Giovannesi – avverranno alla presenza dei registi. Nel corso del festival sarà attiva anche l’esposizione Il corpo recluso, con le “sculture bidimensionali” di Bruno Melappioni, le creazioni artigianali delle detenute del Carcere Femminile di Rebibbia e le mostre fotografiche a cura di Il Centro Onlus e Le Donne del Muro Alto; per il pranzo di domenica saranno ai fornelli gli attori ex detenuti della Compagnia Fort Apache Teatro e i cuochi del centro permanente per la prevenzione alle tossicodipendenze Il Centro.

Fonte: Irene Salvi, Circuiti Organizzati Resistenze Editoriali

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Allegati

biografi@museodellamemoriacarceraria.it

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