“eWriting”: l’arte dello scrivere che unisce quattro carceri
Parte da Roma per raggiungere istituti di tutta Italia il primo laboratorio di scrittura creativa in e-learning organizzato in carcere
Il progetto è inserito nella nuova edizione del concorso letterario “Goliarda Sapienza”. Tra gli insegnanti: Erri De Luca, Pino Corrias, Gianrico Carofiglio. Premiazione al prossimo Salone del Libro
ROMA – Un laboratorio di scrittura creativa a distanza nelle carceri, il primo in Italia, 60 detenuti partecipanti, tra cui 15 donne e ristretti dell’alta sicurezza. Un punto di partenza, l’Università telematica eCampus di Roma, e 4 di arrivo: gli istituti Rebibbia Femminile, Rebibbia Reclusione, Santa Maria Capua Vetere e Saluzzo. Tre mesi e mezzo di corso, organizzato in 15 lezioni (una ogni settimana, di 2 ore ciascuna), da ottobre a gennaio, con altrettanti scrittori nel ruolo di tutor. E una giuria che apre anche a studenti, grandi lettori e ascoltatori radiofonici. Sono i nuovi numeri dello storico premio letterario “Goliarda Sapienza”, rivolto a detenuti, che quest’anno cambia veste e lancia una doppia sfida: l’e-learning con il collegamento tra le carceri e una nuova apertura verso l‘esterno. La premiazione del vincitore, infatti, non si terrà più in un istituto di pena ma tra la gente, in un luogo simbolo della cultura come il prossimo Salone Internazionale del Libro di Torino.
Ideato dalla giornalista Antonella Bolelli Ferrera, giunto alla settima edizione e promosso da InVerso Onlus, Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e Siae, il concorso propone quest’anno “eWriting – l’arte dello scrivere”, laboratorio di scrittura creativa a distanza nelle carceri. partito il 3 ottobre e che vede coinvolti 15 scrittori nella veste di tutor, come nella tradizione del “Goliarda Sapienza”. L’autobiografia, i dialoghi, il punto di vista, lo stile, la tensione, l’intreccio e il finale, i personaggi, le storie d’amore, il giallo e il noir, tra gli argomenti al centro delle lezioni dei 15 autori che sono Romana Petri, Serena Dandini, Antonio Pascale, Paolo Di Paolo, Maria Pia Ammirati, Erri De Luca, Marcello Simoni, Pino Corrias, Andrea Purgatori, Dacia Maraini, Federico Moccia, Gianrico Carofiglio, Massimo Lugli, Nicola Lagioia e Giulio Perrone. In collegamento diretto dalla sede di Roma dell’università telematica eCampus (partner dell’iniziativa), gli Scrittori-Tutor fanno lezione ai detenuti aspiranti scrittori che partecipano al corso all’interno di aule attrezzate con grande schermo, webcam, impianto audio, microfoni e computer. I migliori 20 corsisti saranno i finalisti del Premio Goliarda Sapienza. Mentre l’autore del racconto vincitore sarà annunciato e premiato nel corso del Salone del Libro di Torino 2018.
“Il leitmotiv di questa nuova edizione è ‘la scrittura nasce dentro ma ti porta fuori’ – spiega Antonella Bolelli Ferrera, curatrice del concorso –. Oggi il Premio si amplia e si completa, rinnovandosi. Con ‘eWriting’ chiudiamo un cerchio già tracciato: dopo una fase di interazione fra scrittori e detenuti attraverso il laboratorio telematico, la scrittura carceraria esce dalle mura in cui è stata generata e raggiunge il mondo esterno, approdando ad una delle più importanti manifestazioni letterarie italiane”. “Si amplia tutto il significato del concorso – sottolinea l’ideatrice -. Prima il racconto nasceva dentro e restava dentro, anche se il libro che raccoglie i testi migliori portava fuori dal carcere le storie delle persone. Ora vogliamo cercare di portare fuori anche soltanto una persona, simbolicamente, che è il vincitore, o anche qualche altro corsista che arriverà in finale. Il sogno di tutti i detenuti è uscire, anche solo per un giorno. Portare questo premio, che li riguarda, al Salone del Libro con uno o più di loro, ha un profondo significato”.
I 60 corsisti, dotati di un pc portatile donato dall’organizzazione, dialogano con gli Scrittori-Tutor collegandosi in diretta video con l’aula virtuale dell’Università eCampus dove, di volta in volta, gli autori si avvicendano. Mentre in alcuni casigli scrittori svolgono il loro incontro letterario all’interno di un carcere e in diretta con gli altri istituti. Ogni settimana, nelle vesti di Scrittore-Editor, Cinzia Tani affronta un argomento e segue l’intervento di uno Scrittore-Tutor che interagisce con i detenuti rispondendo in diretta alle loro domande e fornendo suggerimenti. Nel corso del laboratorio, i detenuti, dislocati in carceri diverse, sono accompagnati nell’apprendimento delle tecniche di scrittura e guidati nella composizione dei loro racconti come se fossero nella stessa aula.
“Credo fortemente nelle possibilità taumaturgiche della scrittura – sottolinea Dacia Maraini, da sempre madrina del Premio e da quest’anno anche Tutor –. L’evoluzione del Premio Goliarda Sapienza con il laboratorio di scrittura, che lo precede, è un passaggio necessario: in questo modo, le detenute e i detenuti, ricchi delle proprie storie di vita e d’azione, apprendono le regole del mestiere dello scrittore, in un percorso che prima prepara e poi accoglie le idee, un terreno fertile per la riflessione e per una narrazione consapevole”.
“I 60 racconti redatti durante l’attività di laboratorio – spiega una nota dell’organizzazione – saranno quelli in concorso al Premio. La giuria, composta da scrittori, critici letterari, artisti e, altra novità di quest’anno, da studenti, grandi lettori e ascoltatori radiofonici, decreterà il vincitore fra i 20 racconti ammessi alla finale. Il primo classificato, a cui andrà un premio di 2.500 euro, sarà annunciato e premiato nel corso del Salone del Libro di Torino (10-14 maggio 2018) e, nell’occasione, sarà presentato il libro con i venti racconti finalisti della serie “Racconti dal carcere” (Giulio Perrone Editore), distribuito nelle librerie. Alla premiazione saranno presenti anche persone detenute e Scrittori-Tutorche hanno partecipato al progetto.
“Sono orgoglioso di prendere parte a questo laboratorio di scrittura del Premio Goliarda Sapienza, la cui premiazione si terrà quest’anno a Torino – spiega il direttore del Salone del Libro, Nicola Lagioia –. Promuovere la lettura nelle carceri, e in generale far sentire la propria presenza negli istituti di detenzione perché la pena sia uno strumento di rieducazione come previsto dalla carta costituzionale, è da sempre nella cultura e nelle corde del Salone. La vicinanza al Premio Goliarda Sapienza si affianca alle altre nostre iniziative legate alle carceri, su cui pure continueremo a lavorare”. (Teresa Valiani)
Fonte: Redattore Sociale