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Milano, San Vittore: arriva l’audioteca per i detenuti

Sergio Mattarella premia il progetto di Mussida, fondatore Pfm: i brani da abbinare agli stati d’animo

MILANO Che un progetto rivolto ai detenuti delle carceri italiane sia premiato addirittura con la Medaglia d’Oro della Presidenza della Repubblica sarebbe già una notizia. Diventa una notizia doppia se nel progetto che si è meritato un’attenzione del genere c’è di mezzo la musica: non divisa per generi ma per «stati d’animo», con migliaia di brani raccolti in forma di audioteca e un software capace — semplifichiamo — di abbinare il tuo umore a quel brano. Notizia tripla se il progetto diventa alla fine — come è successo — una realizzazione concreta prima in quattro carceri poi in dodici, da un capo all’altro d’Italia: l’ultima (per ora) audioteca della lista la inaugurano domani a San Vittore. Ecco, questo che ora è stato premiato con la medaglia del presidente Sergio Mattarella è il progetto «CO2» ideato da Franco Mussida, fondatore della Pfm nonché molte altre cose, dapprima e da sempre con il suo Cpm Music Institut di Milano e poi con il patrocinio del ministero della Giustizia che l’ha fatto proprio.

«Caro presidente», comincia la sua lunga lettera di ringraziamento. Con un grazie «in primo luogo alla Siae» attraverso cui sin dall’inizio tanti «artisti, musicisti e compositori» hanno potuto partecipare al progetto. E poi al ministero, all’università di Pavia, ai ragazzi del Cpm, «ai direttori, agli agenti e ai detenuti» di tutti gli istituti coinvolti: «È a tutte queste persone che lei, Presidente, ha voluto assegnare la sua personale Medaglia».

Ricordando che «i detenuti stranieri oggi arrivano a essere anche l’80 per cento del totale, come a Venezia», Mussida anticipa che il software delle audioteche è in corso di traduzione in otto lingue. E scrive: «Chi conosce le problematiche della detenzione sa che la vera elaborazione dei delitti commessi passa attraverso una positiva metamorfosi interiore, e in questo processo la bellezza può svolgere un ruolo determinante». Nel «rispetto delle leggi e della giustizia — conclude — ma unendo a tale fermezza azioni di sensibilità umanistica: credo che la diffusione di CO2 possa anche raccontare cosa voglia dire essere Italiani ed europei in un periodo in cui l’Europa pare l’ultimo baluardo assediato di un umanesimo imbarbarito».

Paolo Foschini, Corriere della Sera

sergiosegio@dirittiglobali.it

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