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“La piuma” di Giorgio Faletti è volata al carcere di Asti, laboratorio con i detenuti

La piuma sfuggita dalle pagine del libro di Giorgio Faletti vola, si fa spettacolo.  Diventa lo spazio libero e dinamico che permette di far maturare in ciascuno lo spazio di libertà anche dove manca, come

ASTI. La piuma sfuggita dalle pagine del libro di Giorgio Faletti vola, si fa spettacolo.  Diventa lo spazio libero e dinamico che permette di far maturare in ciascuno lo spazio di libertà anche dove manca, come in carcere. «La piuma… e il suo viaggio tra carcere e città» è il filo conduttore dell’originale momento di riflessione con il contributo di vari professionisti ed esperti che si è tenuto nella casa di reclusione di Quarto, che proprio attraverso la contaminazione tra le arti ha raccontato l’ambizioso progetto avviato con la compagnia teatrale Il Volo e con l’associazione di volontariato La Brezza.

«Leggendo il libro di Faletti ho captato un senso di musica, di movimento – ha raccontato Josephine Ciufalo della compagnia Il Volo – La piuma era fatta per volare, doveva diventare il simbolo di speranza e apertura verso la vita». E così è partito il percorso, prima il laboratorio di Arteterapia alla casa circondariale Lorusso e Cotugno di Torino, poi la piuma perduta e quella ritrovata è arrivata nelle case di riposo di Cocconato e Montafia, ha accarezzato la comunità di recupero per ragazzi con disagio psichico e gli alunni delle scuole, di burattini e marionette di Monale, la primaria di Montafia.

Fino all’incontro con i detenuti della casa di reclusione di Asti, iniziato un anno fa, quando la compagnia aveva portato in scena lo spettacolo di burattini, marionette e ombre «La piuma…e il suo viaggio». «L’idea della prima nel nostro teatro è stata di Roberta Bellesini Faletti, presidente della Biblioteca Astense che, qualche mese prima era stata ospite della struttura in occasione della presentazione dei risultati del progetto Scripta Manent – hanno ricordato la direttrice Elena Lombardi Vallauri e l’educatrice Maria Vozza – In quell’occasione l’Associazione La Brezza aveva presentato le lampade realizzate dai detenuti delle carceri di Torino e Vercelli nell’ambito del progetto Scambi in luce. È stata intesa a prima vista, abbiamo cominciato a lavorare insieme».

E così Josephine e Lucia Sartoris (La Brezza) hanno condotto settimanalmente due laboratori artistici nelle salette hobby dell’istituto, la prima ha lavorato alla realizzazione dell’Uomo dal foglio bianco (uno dei protagonisti della favola di Faletti), la seconda ha realizzato con i detenuti lavori in creta, rame, materiale di riciclo».

Con le foto dei lavori sono state realizzate 30 lampade, donate ai relatori del convegno e al Comune di Asti. È nata anche Tigro, marionetta alta 3 metri(realizzata dai detenuti di Quarto con i bambini della scuola di burattini di Monale) che giovedì, nello spazio dell’ Informagiovani è stata protagonista dell’originale flash mob danzando sulle note del gruppo Sesta Corsiadell’associazione Insieme al Margine, del gruppo Ethnoclassic e dell’associazione ASO (Asti Sistema Orchestra) e cantato con la voce di Valentina Ciufalo. C’erano anche le allieve di ritmica dell’Olimpia Asti.

La marionetta ha dialogato con le associazioni Via Madre Teresa di Calcutta e Genitori Insieme. I 30 violini sono quelli realizzati dai detenuti della casa circondariale di Asti con il materiale offerto dall’associazione Effatà che grazie ad ASO hanno cominciato a suonare. Una serie di emozioni e di contaminazioni che l’illustratrice Rebecca Valente ha immortalato in un dipinto donato a Roberta Bellesini. Tra gli ospiti c’erano anche gli studenti del liceo Monti che da tempo collaborano con la Casa di reclusione astigiana nell’ambito di un progetto di educazione alla legalità.

Fonte: ELISA SCHIFFO, La Stampa

biografi@museodellamemoriacarceraria.it

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